MIO FIGLIO Christian Carion
Intelligente nelle intenzioni, ambizioso, persino con una bella estetica ma incompleto. “Mio Figlio” per buona parte della narrazione promette più di quello che alla fine effettivamente dà. Un fiasco, dunque? Un mezzo fiasco, perché qualcosa di buono c’è, ma non abbastanza per legittimare la spesa al botteghino.
La trama. Julien (Guillaume Canet) viaggia molto all’estero. Le sue continue assenze da casa hanno causato, già da qualche anno, la fine del suo matrimonio. Durante una sosta in Francia, l’uomo scopre un messaggio della sua ex moglie (Mélanie Laurent) sulla segreteria telefonica: il loro bambino di sette anni è scomparso durante una gita in montagna.
I due protagonisti si limitano (quando va bene) al classico compitino, con una Mélanie Laurent (già vista in “Bastardi senza gloria”) che delude le attese. Christian Carion firma regia e sceneggiatura: con il primo lavoro se la cava (il film ha una bella estetica), ma la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti e drammaticità e tensione non riescono mai a coinvolgere pienamente lo spettatore, che alla fine si deve anche beccare un finale piuttosto banale e con ampi buchi narrativi. Cosa salvare? Il montaggio e la fotografia, e anche l’idea alla base della storia.
Nota a margine: vergognoso il doppiaggio.