LORO 1 Paolo Sorrentino
La prima parte di “Loro“, l’atteso film di Paolo Sorrentino dedicato a Berlusconi, è senza dubbio cinema di qualità: belle riprese, buon ritmo, un affaccio costante sull’umanità dei personaggi in scena e una scrittura dei testi efficace. A tutto questo aggiungiamo il cast, che è stato azzeccato in toto o quasi. Insomma, tanta roba da cuocere a fuoco lento. Ecco, forse è proprio nel… fuoco il vero limite di questa prima parte del film: non ha una fiamma tale da illuminare (e bruciare, perché no) il profilo del personaggio più discusso. Il Berlusconi di Sorrentino, infatti, è un affabile cialtrone, che arriva persino a creare empatia con lo spettatore. Quello del regista premio Oscar, sembra più un ideale che non un’analisi del personaggio, tutto resta in superficie, manca la profondità che illumina gli angoli o che ci prova. Vedremo cosa ci riserverà la seconda parte, ma in questo primo lungo spezzone del film, il ritratto di Berlusconi che ne esce fuori è tra il deludente e il macchiettistico, un insieme di curiosità che non aggiungono alcunché all’immagine già nota del signore di Arcore.
La trama. “Loro” è la pellicola biografica che narra le vicende professionali, politiche e private di Silvio Berlusconi, interpretato da Toni Servillo che, dopo Andreotti, si cala di nuovo nei panni di un altro politico, non riuscendo però in questo caso a vincere la sfida. Il suo Berlusconi assomiglia poco o nulla all’originale, la parlata è caricaturale e nel complesso – e con stupore – ci tocca dire che forse è proprio Servillo l’anello debole del film, almeno dal punto di vista recitativo.
Tutto il resto del cast è meravigliosamente ben assortito: da Riccardo Scamarcio (nei panni di un ipotetico Tarantini), alla Veronica Lario di Elena Sofia Ricci, passando per un’intrigantissima Kasia Smutniak (perfetta) e per una sorprendente Euridice Axen. La regia di Sorrentino è senza sbavature e con almeno un paio di piani sequenza da togliere il fiato.
In conclusione: film esteticamente molto bello, ma (finora) non ci pare particolarmente forte e profondo il ritratto del Berlusconi di Sorrentino. Intendiamoci, non ci aspettavamo una rivisitazione de “Il Caimano” di Nanni Moretti, ma senza dubbio qualcosa di più di un tratteggio benevolo. Come già detto, vedremo cosa ci riserverà la seconda parte.