TRAP M. Night Shyamalan
“Trap” si regge tutto sulle spalle di Josh Hartnett, attore un po’ sottovalutato, che in carriera ci era piaciuto tantissimo nel mai celebrato abbastanza “Slevin – Patto criminale”. Senza Josh Hartnett il risultato finale sarebbe stato diverso? Chi può dirlo. Sicuramente il suo apporto alla pellicola di M. Night Shyamalan è stato importante. Diciamo questo perché il suo personaggio ha un’evoluzione, soprattutto psicologica, molto interessante.
La trama. Il vigile del fuoco Cooper e sua figlia Riley vanno al concerto di una famosa popstar, Lady Raven. Al loro arrivo Cooper si rende conto che il luogo è interamente sorvegliato da forze di polizia e SWAT. Iniziato il concerto, Cooper dice alla figlia di dover andare in bagno: si scopre che tiene prigioniero un uomo di origini asiatiche e lo controlla attraverso una telecamera che rimanda le immagini sul suo cellulare.
La sceneggiatura non è granché: ha molti passaggi un po’ noiosetti, soprattutto nella parte centrale, a riprova che già da tempo M. Night Shyamalan è sceso dall’Olimpo dei registi geniali, al più terreno club dei registi con buone intuizioni.
A parte Josh Hartnett, il resto del cast è mediocre. Nel ruolo della star musicale – cuore di papà – è stata arruolata Saleka Night Shyamalan come Lady Raven: alla figlia del regista auguriamo il meglio nel campo della musica, perché l’arte recitativa non fa per lei.
Film pieno di idee portate sino ai confini dell’inverosimile, ma è cinematografia, ragazzi, quindi ci può stare che lo svolgimento si stacchi dal credibile e dalla realtà.
In conclusione: un film carino ma non imperdibile. Una pellicola da vedere una volta e non di più. Il finale è aperto.