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POVERE CREATURE! Yorgos Lanthimos

povere creature

Mentre stavamo guardando il film, ci è venuto in mente Tim Burton. E ci siamo chiesti chissà cosa penserà il vecchio Tim, vedendo questa pellicola di Yorgos Lanthimos, dal momento che ha tantissimo in comune a livello visivo con diverse opere del celebrato maestro.

Povere creature!” non è una sceneggiatura originale ma la pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1992 scritto da Alasdair Gray. Ma quello che riesce a creare visivamente Lanthimos è qualcosa di molto forte, destinato a rimanere nell’immaginario di questi anni e degli anni futuri. Così come il regista greco ha consacrato con questa pellicola il talento di Emma Stone, che è una protagonista formidabile per due motivi: il primo, perché riesce a creare un’evoluzione del suo personaggio che spiazza lo spettatore, e poi perché a livello semplicemente recitativo ha una performance fra le migliori della sua carriera, a conferma che questo personaggio se lo sentiva addosso.

La trama. Max McCandles è uno studente di medicina che, nella Londra vittoriana, viene invitato dall’eccentrico dottor Godwin Baxter a collaborare con lui ad un esperimento. A Max viene richiesto di assistere Bella, una giovane donna dai comportamenti molto infantili di cui si innamora. Baxter gli rivela che Bella era una giovane donna incinta che, dopo essersi suicidata, era stata riportata in vita dallo scienziato, che le aveva inoltre trapiantato il cervello del feto che portava in grembo. Bella progredisce rapidamente e dimostra una spiccata libido, a cui dà sfogo con l’autoerotismo e con la ricerca di un partner sessuale.

La storia che porta sul grande schermo Lanthimos è piena di risvolti sociali, morali, contemporanei. E’ la storia di una donna che cresce e cerca la libertà e le sue libertà e non è disposta a scendere a compromessi pur di ottenerle. Il regista greco infarcisce la sua opera di sesso, sesso e ancora sesso. A tratti si ha la sensazione che la mano gli sia sfuggita, però poi a pensarci bene, una volta usciti dalla sala, ci si rende conto piuttosto facilmente che è tutto sesso necessario allo sviluppo narrativo.

Una menzione a parte la meritano i tanti comprimari di questo film che vede una protagonista forte, ma un cast di contorno veramente bene assortito: dall’ottimo Willem Dafoe, passando per Margaret Qualley, e finendo per un Mark Ruffalo in stato di grazia, che come la Stone meriterebbe l’Oscar nel 2024.

Mentre scriviamo, non sappiamo ancora dove finiranno le statuine di quest’anno, ma tra “Oppenheimer” e “Povere creature!”, la nostra preferenza va tutta verso la pellicola di un Lanthimos che ancora una volta gioca con i generi e spinge il suo il cinema un passetto più in là, che poi è quanto tutti i registi dovrebbero fare in carriera.

In conclusione: una commedia horror da vedere e rivedere, perché è una gioia per le orecchie, è una gioia per il cuore ed è una gioia soprattutto per gli occhi, considerando la regia sublime e la fotografia di Robbie Ryan che ci azzardiamo a definire eccezionale, e attenzione, non è un aggettivo che solitamente usiamo a profusione nei nostri testi.

Review Overview

SCORE - 8

8

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