THE APPRENTICE Ali Abbasi
Un buon film, con due buonissimi attori e un cast di contorno interessante. “The Apprentice – Alle origini di Trump” è meno peggio di quanto ci si poteva aspettare alla vigilia. È un affresco su uno dei personaggi più chiacchierati della storia moderna, cioè Donald Trump. E come tutti gli affreschi l’iperbole e la caratterizzazione sono in primo piano. Del resto chi mai guarderebbe un film su un personaggio pubblico, se non fossero raccontati aspetti poco chiari e magari pruriginosi? Ali Abbasi non calca troppo la mano ma nel contempo qualcosa dal buco della serratura lascia intravvedere.
Sebastian Stan è un ottimo Donald Trump, soprattutto nelle movenze e nella fisicità. Nelle riprese da lontano assomiglia tantissimo al presidente Usa. Jeremy Strong è Jeremy Strong, ovvero un attore che in qualunque contesto metti, e con qualunque personaggio addosso, sei sicuro che il risultato sarà eccellente, e in questo film il suo talento determina almeno per il 50% la buona riuscita dell’opera.
Dicevamo del cast di contorno, con un’ottima Maria Bakalova nei panni di Ivana Trump.
La trama. Negli Anni Settanta un giovane Donald Trump viene preso sotto l’ala protettrice dell’avvocato Roy Cohn, che gli insegnerà segreti e regole che governano lo spietato mondo degli affari, sui quali Trump baserà la sua carriera e visione del mondo.
Molto bella e interessante la prima parte della pellicola, nella seconda parte tutto resta in superficie e lo spettatore si allontana, a livello emozionale, dal centro del film. Finale senza infamia e senza lode.
In conclusione: “The Apprentice” è buon cinema, ma non aspettatevi qualcosa che vi invogli a essere guardato una seconda volta.