LONGLEGS Oz Perkins
Non tutti i passaggi della trama ci convincono, e la storia delle bambole è un po’ tirata per i capelli, ma “Longlegs” ha almeno tre cose superlative: 1. la regia è una delizia fatta di inquadrature e idee bellissime. 2. Nicolas Cage fa un figurone. 3. il finale poteva scivolare in una banalità senza fine e invece è roba seria.
La trama. La caccia a un serial killer diventa un fatto personale per un’agente dell’FBI.
Oz Perkins (famoso figlio di…) firma soggetto, sceneggiatura e regia, e se nella sceneggiatura perde qualche colpo per strada, dietro la macchina da presa confeziona uno degli horror più interessanti degli ultimi anni, destinato a diventare un piccolo cult nel tempo, e ciò perché tutto si incastra bene: Nicolas Cage è bravissimo, Maika Monroe è una protagonista che si cala alla perfezione nella parte dell’agente dell’FBI tormentata, e il resto del cast è ben assortito.
Un po’ alla volta il film scopre le sue carte, e porta lo spettatore nel proprio vortice. Cage si fa carico di un personaggio non facile, ma riesce a essere credibile, dannatamente credibile. Finale che lascia aperte delle porte e che invoglia a farsi domande.