Cinema2016

SHUT IN Farren Blackburn

shut in

Che brutto film, “Shut In“. Brutto perché è una pellicola dove tutto è debole, tutto è scontato, con un sacco di sfacciati rimandi a lavori ben più nobili, a partire da “Shining”. La presenza di Naomi Watts, inoltre, è stata usata più che altro per richiamare l’attenzione del largo pubblico, semplice operazione di marketing per dare un po’ di respiro internazionale a un prodotto di Serie B – per la cronaca, la talentuosa attrice in questa circostanza si è adattata alla mediocrità generale offrendo una prova incolore.

“Shut In” è un thriller dai risvolti horror e drammatici. La trama ve la facciamo breve: un incidente, un ragazzo paralizzato e una madre che si occupa sino allo sfinimento del malcapitato. Non vi diciamo altro perché la sceneggiatura è così banale, ma così banale, che se mettiamo assieme altre cinque o sei parole il finale è già bello che anticipato. Dialoghi e recitazioni sono pessimi, la fotografia mediocre, la regia di Farren Blackburn scolastica, il sonoro appena sufficiente e il doppiaggio è (come spesso accade) imbarazzante. Charlie Heaton è l’altro protagonista del film, è il ragazzo vittima dell’incidente: la sua espressività è da teatro di paese e questo c’azzecca poco con gli evidenti limiti della sceneggiatura…

Si arriva all’intervallo abbastanza annoiati, il secondo tempo si apre con tutte le carte sul tavolo e con 40 minuti di attesa degli eventi scontatissimi: i buoni da una parte, il cattivo dall’altra e il finale che indovinate un po’ chi andrà a premiare? Bravi, c’avete preso.

Review Overview

SCORE - 3.5

3.5

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