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CASINO ROYALE Polaris

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Polaris” è l’ennesima reincarnazione dei Casino Royale ed è un disco che accelera e sbanda, che più che dare una panoramica d’insieme, è tanti scatti legati fra loro – all’ascoltatore il compito di vederci qualcosa o anche solo ciò che vuole. Perché i Casino Royale sono, oggi, qualcosa di poco strutturato (non hanno un suono di riferimento) ma cercano di plasmare il loro materiale mischiando fascinazioni diverse: l’elettronica mitteleuropea, il reggae, il rock, l’orecchiabilità di matrice italiana, le colonne sonore e chissà cos’altro. Non ci sono punti fissi, ogni canzone è un’istantanea.

A noi cos’è piaciuto? Sono piaciute le canzoni e un po’ meno le divagazioni soniche. In quest’ottica brani come l’ipnotica “Tra noi” e l’enigmatica “Ho combattuto” sono pilastri solidi per sostenere le nostre affermazioni.

Ancora oggi, dopo decenni, i Casino Royale scrivono estremamente bene, anche se faticano a mettere nella loro musica questi tempi pieni di contraddizioni, preferendo parlare del loro particolare più che andare a caccia delle ampie visioni. Per carità, hanno spesso amato cantare delle debolezze dell’uomo in relazione al suo mondo, ma egoisticamente ci sarebbe piaciuto avessero usato la loro bussola per definire l’oggi.

“Polaris” non è un disco stellare, ma è un buonissimo lavoro. Peccato ci sia troppa pomposità in alcuni passaggi e meno canzoni del previsto. Golosamente avremmo preferito un classico album di brani.

Il pezzo migliore? “Fermi alla velocità della luce”.

Review Overview

QUALITA' - 70%

70%

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