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EPO Il mattino ha l’oro in bocca

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Pensi a dischi immortali e ti vengono in mente i Radiohead di “Ok Computer”, giusto per fare un nome a caso. Gli Epo non sono i Radiohead e non hanno mai sfornato un disco come “Ok Computer”, però il loro “Il mattino ha l’oro in bocca” nonostante sia un compact che va verso la maggiore età (ha 14 anni di vita…) resta attualissimo e andrebbe messo vicino a certe cose degli Afterhours o dei Marlene Kuntz, tanto per citare i grossi calibri della scena indipendente italiana.

“Il mattino ha l’oro in bocca” è un album di alternative rock con una spruzzata di elettronica. E’ un disco triste, malinconico, che richiama, a tratti, i lamenti di Jeff Buckley o quelli di Adam Duritz dei Counting Crows. Parole e voce di Ciro Tuzzi, che poi negli anni ha saputo confermarsi un cantautore sopraffino, anche se il successo, quello vero, gli Epo non l’hanno mai incontrato. Della partita, all’epoca, anche il tastierista Mario Conte, che poi si è tolto delle discrete soddisfazioni in ambito indie e non solo.

L’album è pieno zeppo di potenziali singoli: “Serie/parallelo” è un pezzone di oltre sei minuti, da ascoltare anche “La strategia del mare”, “Sete” e soprattutto “Eritropoietina” (il tessuto sonoro e la vena cantautorale del brano danno la cifra stilistica del compact). In scaletta pure due cover: “Amico fragile” di Fabrizio De Andrè e “Anna”, celebre canzone scritta da Mogol e interpretata da Lucio Battisti.

In conclusione: un lavoro pazzesco.

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