MARLENE KUNTZ Senza peso
A volte capita di ascoltare un disco e di non capirlo. A volte capita persino di recensirlo malamente, salvo poi scoprire l’errore. Quando nel 2003 uscì “Senza peso” lo bollammo come una “mezza cagata”. Un anno dopo, riascoltandolo per caso, boom, fu come se un mondo si aprisse su un panorama inesplorato. E alla fine “Senza peso” è diventato il nostro disco preferito nella discografia dei Marlene Kuntz.
In questo quinto capitolo della band piemontese, le liriche di Godano sono sfacciatamente crudeli, talvolta ciniche, di sicuro sfrontate al punto giusto. I testi di “Sacrosanta verità” e “A fior di pelle”, ad esempio, restano fra le cose migliori scritte dal cantautore di Fossano. Ma attenzione, “Senza peso” non è solo rabbia, è anche rotonda dolcezza, infatti prendete “Danza”, un brano liquido, dove la parte musicale è un vestito perfetto al sussurro di Godano. Stesso discorso per “Schiele, lei, me”. L’album fu registrato a Berlino, al basso c’era ancora Dan Solo e Rob Ellis e Head firmarono la produzione, senza dimenticare le incursioni di Warren Ellis dei Dirty Three. Insomma, un lavoro da spellarsi le mani.