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LA BLANCHE ALCHIMIE Galactic Boredom

[review]

la blanche alchimie galactic boredom

Per chi non avesse ascoltato il cd, come lo descriveresti tu, Jessica? «Un album di pop internazionale, accessibile, con delle melodie molto marcate e una grossa qualità: se da un pezzo qualunque togli gli strumenti e lasci solo chitarra e voce, il brano regge, sta in piedi. Ecco, questa è la grande forza di “Galactic Boredom”: la personalità».

Nell’epoca di Internet e del mordi-e-fuggi, cioè del tutto consumato e bruciato sul momento, quella de La Blanche Alchimie è una storia davvero curiosa. Titolari del progetto Jessica Einaudi e Federico Albanese, all’attivo un bel percorso che nel 2011 li ha portati a pubblicare “Galactic Boredom“, un album dove pop, folk, rock ed eleganza trovano un equilibrio pregevole e dove i potenziali singoli – a partire dalla title track – abbondano. La voce della Einaudi è un valore aggiunto, perché non solo ha tecnica, ma riesce a caricare di emozione tutta la scaletta, in questo senso due pezzi come “Temples Burning” e “Paralyzed” parlano da soli. Bravissimo Albanese nel cucire addosso alla sua partner un tessuto sonoro perfetto, in grado di esaltare sostanza e sfumature di un progetto dalla sensibilità italiana e il respiro europeo.

Dopo questo compact, il duo ha lavorato singolarmente su progetti propri e La Blanche Alchimie è finita temporaneamente (?) in soffitta. Peccato perché la band funzionava su disco e funzionava alla grande anche dal vivo.

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