LE VERITÀ Giuseppe Alessio Nuzzo
“Le verità” è un film veramente brutto. Brutto perché la narrazione fa acqua da tutte le parti (complice una sceneggiatura scritta malissimamente), il recitato sfiora la resa amatoriale (e ci sono comunque attori di livello nazionale, mica quattro scemi raccolti all’angolo della strada), infine regia e montaggio si prendono per mano e affondano in un mare di brutte inquadrature. Insomma, il film di Giuseppe Alessio Nuzzo è mediocre a livelli tali che ti vien persino lo scrupolo a recensirlo negativamente, perché ti sembra di sparare sulla Croce Rossa…
La trama. Tornato dall’India dopo un viaggio d’affari, il giovane imprenditore Gabriele Manetti (interpretato da “Il Libanese” Francesco Montanari) sente che la sua vita sta per prendere una direzione diversa da quella che ha sempre avuto. Il suo mondo, le certezze che la sua condizione sociale gli hanno permesso di avere, lo stesso rapporto con la sua fidanzata (Nicoletta Romanoff) e con i suoi amici non lo appagano più. Si accorge, però, di essere tornato dal viaggio anche con qualcos’altro: scopre, infatti, di aver acquisito la capacità di poter “vedere” oltre le apparenze, di poter prevedere il futuro.
Raccontato così, il film, potrebbe persino incuriosire, ma in sala la storia si rivela subito banale, forse buona per un cortometraggio, non certo adatta al grande schermo. Sul finale stendiamo un velo pietoso. Dispiace stroncare Montanari, per il quale nutriamo stima e simpatia, ma la sua prova è stata orrenda: non ha saputo dare un filo di credibilità al suo personaggio. Zero. Stesso discorso possiamo fare per la Romanoff. Nel cast anche un Fabrizio Nevola che si perde in un bicchiere d’acqua e un Marco Ligabue che fa una comparsata piuttosto anonima. Appare per qualche secondo pure Maria Grazia Cucinotta. L’unica che si salva è Anna Safroncik, con un ruolo minore.
In conclusione, un thriller che all’apparenza ha grosse ambizioni, ma alla prova dei fatti è clamorosamente modesto. Sconsigliatissimo.