LA TORRE NERA Nikolaj Arcel
Ambizioso, ma nulla di ché. Anzi, una mezza delusione, perché “La Torre Nera” per diverse settimane ha goduto di un marketing aggressivo, quindi – anche considerando gli attori in scena – era facile/normale aspettarsi qualcosa di realmente importante. E invece nulla. Classica ciambella senza il buco. E questo nonostante il sempre straordinario Matthew McConaughey, nonostante un Idris Elba in formissima e nonostante una sceneggiatura basata sulla saga di Stephen King. Insomma, grandi aspettative e piccolo risultato.
La trama. Nella moderna New York, un ragazzo di nome Jake (interpretato senza emozioni da Tom Taylor) è tormentato da strani sogni e visioni che lo costringono a rivolgersi a uno psichiatra. Le principali immagini visualizzate dal ragazzo, tra le varie poi disegnate anche su carta, sono quelle di un pistolero, di una torre nera e di un uomo in nero, oltre che di molta gente morta. Una delle sue raffigurazioni lo conduce a un’abitazione in cui trova uno strano dispositivo; dopo averlo attivato si ritrova catapultato in un universo parallelo, in cui fa la conoscenza del pistolero protagonista dei suoi sogni: Roland (Idris Elba). Nella nuova realtà, chiamata Medio-Mondo, Jake si unisce quindi alla missione di Roland, alla quale si rende presto conto di essere stato predestinato a farne parte. L’obiettivo dei due sarà quello di salvare Medio-Mondo, e non solo, dai cattivi piani del malvagio stregone Walter Padick (Matthew McConaughey).
La prova dei due attori protagonisti è buona, apprezzabile la fotografia, bellissimo il… costume di McConaughey, veramente ben fatta la sparatoria finale. Ma a tradire le attese è stata la regia moscia del danese Nikolaj Arcel e un montaggio senza ritmo. Fra horror, action movie, fantasy, “La Torre Nera” è una pellicola senza spessore, con i personaggi caratterizzati appena e un finale (inteso come ultima scena) soporifero. Insomma, tanto clamore per nulla.