MOROSE Sopra il tetto sotto terra
Se avete nostalgia per il De Andrè cupo, per il Cesare Basile più ispirato, per le ambientazioni desertiche e se nella vostra vita sognate uno Sciamano a disposizione, a portata di mano. Ebbene, allora “Sopra il tetto sotto terra” potrebbe fare al caso vostro, perché è un bel mix di cose vecchie e familiari, ma scritte e proposte con freschezza attuale.
I Morose non sono dei novizi, e forse l’esperienza e il non avere più grandi illusioni gli ha consentito di mettere a fuoco, dentro l’obiettivo, il percorso da seguire per arrivare a un disco maturo, intelligente, poetico, con dei testi che meritano di essere letti e non soltanto ascoltati.
“Emanuela pedala veloce” è il brano che ci è piaciuto subito, al primo ascolto: oltre 8 minuti di musica che danza seguendo parole gravide di significato. Anche “Al banchetto della vita” è un episodio che merita attenzione, così come “Trallallero”. Ma è tutto il disco a funzionare dall’inizio alla fine, proponendo un’idea di cantautorato che – per una volta – affonda sì le mani nel passato, ma senza fare il verso ai Maestri del genere, a conferma che quando i contenuti ci sono non è un peccato confrontarsi con un genere che è stato esaltato da penne sopraffine. Insomma, un disco che rapisce e culla, che fa riflettere e che ha delle parti di piano bellissime.