Cinema2017

LA FRATELLANZA Ric Roman Waugh

la fratellanza

La storia non è particolarmente originale, però “La Fratellanza” ha tre punti di forza non banali: c’è un Nikolaj Coster-Waldau in gran forma, le musiche di Antonio Pinto sono stupende e la regia di Ric Roman Waugh in alcuni passaggi è fin preziosa. Insomma, ecco come fare un buon film drammatico senza eccedere in chissà quali pensate. Peccato solo per il montaggio un po’ disordinato e per la fotografia ordinaria, altrimenti il voto sarebbe stato superiore.

La trama. Jacob Harlon (Nikolaj Coster-Waldau), uomo d’affari e padre di famiglia, viene rinchiuso in carcere con l’accusa di omicidio colposo, dopo aver accidentalmente provocato la morte del suo miglior amico Tom in un incidente stradale. Per sopravvivere alla dura vita carceraria, Jacob si unisce alla fratellanza ariana, adattandosi ai suoi violenti codici etici e ai riti di passaggio. Ben presto Jacob perde la sua identità e diventa uno spietato gangster carcerario, allontanandosi così dalla sua vita precedente, compresi moglie e figlio. Dopo il suo rilascio viene costretto dai suoi “protettori” a compiere un pericoloso crimine.

Nikolaj Coster-Waldau qui dimostra di non essere solo Jaime Lannister de “Il Trono di Spade”, ma si smarca dal personaggio che lo ha reso un’icona mondiale per calarsi in un ruolo tormentato, scritto bene e con diverse sfaccettature. Il resto del cast si muove sulla scena con discreta disinvoltura. La sceneggiatura – come già detto – ricalca strade già ampiamente battute in altre pellicole criminali (ad esempio “American History X”), ma non è il caso di andare troppo per il sottile, inoltre le musiche di Antonio Pinto (già al lavoro in “City of God” e “Lord of War”) contribuiscono per almeno il 50% alla riuscita del film, perché caricano di coinvolgimento emotivo le scene più significative. Insomma, “La Fratellanza” intrattiene e lascia lo spettatore soddisfatto, e soprattutto non scivola nella classica “americanata”.

Review Overview

SCORE - 6.5

6.5

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