PLACEBO Never Let Me Go
Pesiamolo, questo “Never Let Me Go“. In scaletta 13 brani, quasi un’ora di musica: le canzoni che meritano sono 3 (“Forever Chemicals”, “Hugz” e “This Is What You Wanted”), forse potremmo aggiungerci a buon peso anche “Beautiful James” e “Surrounded by Spies” – ma proprio a essere generosi. Il resto è roba che si può ascoltare, ma non rende il giusto merito alla bellissima carriera dei Placebo, che qui provano a rimescolare le carte, provano a rimodellare il loro concetto di pop, ma con alterne fortune. Lo sbaglio grosso è stato quello di appesantire il disco con troppe canzoni che potevamo stare fuori – probabilmente con una lunghezza tarata sui 40 minuti e 9 o 10 brani in scaletta, le impressioni generali sarebbero state diverse.
Se vogliamo però guardare il bicchiere mezzo pieno: i pezzi che funzionano, sono grandi hit. L’apertura con “Forever Chemicals”, “Beautiful James” e “Hugz” è un bel biglietto da visita – soprattutto nell’ultimo brano citato, c’è tutta la storia musicale dei Placebo. Poi il disco inizia a divagare tantissimo, la direzione artistica perde la strada e il risultato è un lavoro apprezzabile, ma che aggiunge poco alla discografia della band di Brian Molko e Stefan Olsdal.