SHARPER Benjamin Caron
Interessante, un film interessante che ha nelle sue peculiarità migliori, anche il suo difetto maggiore. Perché “Sharper” gioca tanto sulle sorprese, e alla fine la sensazione è che si faccia un po’ prendere la mano da questa voglia di sparigliare le carte. Ma diciamo anche un’altra cosa: ad avercene di pellicole che vanno oltre il compitino, che provano a mescolare la narrazione e a mischiare le regole.
La trama. Storie di truffe e truffatori che si intersecano tra di loro e che giungono ad un inaspettato finale in una New York indifferente e tutta proiettata nella ricerca spasmodica di guadagni facili.
Il cast è di qualità: si va da Julianne Moore (per la verità non in formissima) a Sebastian Stan (lui sì, bravo), passando per Justice Smith e Briana Middleton, e c’è spazio anche per il mai celebrato abbastanza John Lithgow.
La narrazione tiene alta l’attenzione dello spettatore, che riesce a capire senza grosse fatiche gli intrecci. La storia non si incastra in situazioni troppo complesse e il finale non è dei migliori ma è comunque accettabile.