Cinema2023

CATTIVA COSCIENZA Davide Minnella

cattiva coscienza

La crisi del cinema italiano passa anche attraverso film come questo, come “Cattiva coscienza“, che non è altro che l’ennesimo filmetto che fa perno sulla solita commedia degli equivoci, con i soliti personaggi stereotipati e una incuria della drammaticità che nella seconda parte ha avvicinato l’opera di Davide Minnella ad alcune scene de “Gli occhi del cuore” della serie “Boris”. Sì, perché la drammaticità è apparsa talmente inverosimile, riportata sul grande schermo con mediocrità, da sembrare irreale, irrealistica e irrazionale.

Sono film come questo che allontanano le persone dalle sale, perché non portano nulla di nuovo e rappresentano un semplice riciclo di cose, idee, e persino emozioni già proposte, talvolta con scarsi risultati in Italia, perché dopo 5, 10, 15 film tutti uguali, poi è logica conseguenza la desertificazione delle platee.

La trama. Parliamo di una commedia di quelle in cui un intervento soprannaturale crea scompiglio nella vita degli esseri umani, e parte dalla premessa che il libero arbitrio in realtà non esista, perché tutti saremmo pilotati da una coscienza esterna che non è frutto di una nostra tensione morale.

Tremenda la scelta del cast principale (Francesco Scianna, Filippo Scicchitano, Matilde Gioli, Beatrice Grannò) e malissimo anche le seconde linee, con una nota particolare per Caterina Guzzanti, la peggiore. Ma onestamente anche Alessandro Benvenuti non ne esce bene, complice un personaggio scritto malissimo (la sceneggiatura è di Stefano Sardo).

Prima parte del film un po’ più vivace, seconda parte noiosa all’inverosimile e con il cameo di Francesco Motta che onestamente poteva essere evitato: lui è indubbiamente un ottimo cantante, ma il cinema recitato non è affar suo.

Review Overview

SCORE - 3

3

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