THE CREATOR Gareth Edwards
“The creator” potremmo definirlo come una riedizione aggiornatissima dei classici in cui c’erano gli indiani e i cowboy.
La trama è interessante ma non originalissima e fa perno sul tentativo di dare una prospettiva diversa al tema attuale dell’intelligenza artificiale, tema che molto probabilmente dominerà nei prossimi anni.
Qui il regista prova ad immaginare una realtà possibile ma non credibile, tuttavia è apprezzabile l’intento di proporre all’attenzione del pubblico una tematica fresca senza ricalcare troppo alcuni stereotipi. Ci rendiamo conto che questi commenti potrebbero essere criptici, ma è necessario restare sul vago per non svelare troppo dei contenuti moralistici della storia.
La trama. Nel futuro gli umani e i robot dotati di intelligenza artificiale sono in guerra. Joshua è un agente delle forze speciali che ha perso la moglie. Dovrà dare la caccia al “creatore”, un malvagio umano che ha programmato le IA affinché distruggano l’umanità. L’arma creata si rivelerà avere le sembianze di un bambino ed essere in grado di riflettere sulla propria situazione e avere sentimenti.
Il cast non è granché, a partire dal protagonista, quel John David Washington, figlio del mitico Denzel, che già in “Tenet” non avevo offerto una prova memorabile e anche qui mette in evidenza i suoi limiti, soprattutto dal punto di vista interpretativo: infatti l’attore ha poca dimestichezza con l’espressività e qualunque emozione diversa da quella seriosa, diventa per lui una montagna da scalare. Le sue interpretazioni non riescono proprio a coinvolgere emotivamente il pubblico anche quando la trama suggerirebbe qualcosa di toccante.
Il finale è raffazzonato ed è probabilmente la parte debole del film che si sviluppa in maniera interessante dal punto di vista contenutistico per trequarti, poi nel finale tutto sfugge di mano al regista e la sensazione di banalità accompagna lo spettatore all’uscita dalla sala. Insomma, un film di fantascienza che merita di essere visto ma non rivisto.