Cinema2023

MEGAN Gerard Johnstone

megan

Interessante ma nella seconda parte un po’ così così. Diciamo che sul più bello, “Megan” diventa un film molto in linea con tanti altri del genere “bambola assassina”, e questo contribuisce a svilire un discreto prodotto cinematografico che in alcuni passaggi apre veri e propri portoni su tematiche etiche di una certa portata: fino a che punto le macchine possono sostituire affettivamente l’uomo e quando il confine rischia di essere superato? Intendiamoci, “Megan” non è “Ex Machina” di Alex Garland con tutto quel carico di filosofia e belle musiche, è più commerciale e meno ispirato, ma sa intrattenere anche quando la sceneggiatura sbanda verso soluzioni scontate. E non sono propriamente poche.

Pare ci sarà un seguito. Vedremo. Forse non c’è granché da aggiungere, ma commercialmente il film a fronte di 10 euro spesi ne ha portati più di 100, quindi normale che si vada verso il bis…

La trama. Ava, Ryan e la loro figlia Cady sono coinvolti in un incidente d’auto contro uno spazzaneve nelle montagne dell’Oregon. Cady è l’unica sopravvissuta e viene mandata a vivere con sua zia materna Gemma, che lavora come ingegnere robotico presso Funki, un’azienda di giocattoli tecnologicamente avanzata. Gemma sta lavorando allo sviluppo di M3GAN (abbreviazione di Model 3 Generative Android), una realistica bambola dall’intelligenza artificiale progettata per essere una fedele compagna per i bambini.

Il cast è appena sufficiente. Allison Williams (Gemma) paga a caro prezzo la brutta scrittura del suo personaggio e non mette nulla per trasmettere allo spettatore i tormenti del suo ruolo. La bambina Violet McGraw è uno stereotipo e nulla più. Modesti anche i personaggi di contorno.

Maluccio la regia (estremamente classica), brutta la fotografia, leggermente meglio le musiche di Anthony Willis. Insomma, un film da vedere ma da non rivedere.

Review Overview

SCORE - 6

6

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