MISSING Nick Johnson e Will Merrick
Evviva i colpi di scena, che purtroppo sono sempre più rari nel cinema moderno concentrato più sulle atmosfere, sulla narrazione, piuttosto che sullo spiazzare lo spettatore in sala. “Missing” è un caso particolare, sia perché i colpi di scena ci sono, sia perché sono finanche troppi.
La trama. Il film si apre con un video in riproduzione su un computer con Windows 7. Il filmato, datato 13 Aprile 2008, mostra una piccola June Bug giocare con il padre. Verso la fine, l’utente, di cui non conosciamo l’identità, chiude la registrazione e la rinomina “Ultima gita di famiglia” per poi spostarla in una cartella d’archivio intitolata: “Per June”. Nel mentre, dal contenuto di una cartella, possiamo notare vari file relativi alla morte del padre, deceduto a causa di un tumore al cervello. E’ solo l’antipasto, perché il film poi si concentra sulla sparizione della mamma di June partita in vacanza con il nuovo fidanzato.
Il cast è male assortito: tutti i personaggi risultano poco empatici con lo spettatore e persino irritanti, come nel caso della protagonista June (Storm Reid). Per fortuna c’è la storia, che tra accelerazioni e colpi di scena porta a una seconda parte credibile come una banconota da 3 euro, ma comunque interessante. Lo spettatore entra in una sorta di doping da colpi di scena e resta lì in attesa dell’ennesima sorpresa. Ma dopo tanto sorprendere, il finale non può che essere rassicurante.
In conclusione: un thriller adolescenziale che fa bene il suo lavoro. Si arriva alla fine consapevoli di non aver visto un’opera di livello, ma convinti di aver speso bene le due ore in sala.