Cinema2023

THE WHALE Darren Aronofsky

the whale

The Whale” ha due tipi di spettatori: quelli che sapendo dell’Oscar a Brendan Fraser hanno voluto accertarsi dei meriti dell’attore guardando il film, e quelli che non sapendo nulla, alla fine del film si sono fiondati su Wikipedia per sapere dei possibili riconoscimenti a Fraser. Ovviamente è tutta una battuta, ma resta la verità di fondo: con un’interpretazione del genere era davvero difficile non fare incetta di premi. Perché il film di Darren Aronofsky è davvero coinvolgente a livello emotivo, soprattutto nella seconda parte, quando la narrazione accetta la sfida a viso aperto con l’emotività, vincendola. Il regista riesce a costruire un film che si regge tutto sulla fisicità del suo protagonista (e non poteva essere diversamente), ma oltre alla fisicità vogliamo aggiungere anche la mimica, l’espressività, la capacità attraverso il viso di coinvolgere lo spettatore nel disagio di un protagonista che impariamo a scoprire un po’ alla volta lungo le due ore e con il quale inevitabilmente si crea subito un legame empatico anche quando non ne condividiamo il percorso.

Darren Aronofsky è indubbiamente bravo a portare lo spettatore all’interno del film, rendendolo non solo un passivo osservatore ma soprattutto un partecipante della scena complice anche l’idea della proiezione “quadrata” che inevitabilmente spinge lo spettatore in una dimensione molto più intima. Gli ultimi 20 minuti sono veramente molto toccanti soprattutto per chi ha figli e conosce il valore della genitorialità.

La trama. La pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonima opera teatrale del 2012 scritta da Samuel D. Hunter, autore anche della sceneggiatura del film. Charlie è un professore di inglese gravemente obeso e solitario che tiene corsi universitari di scrittura in videoconferenza, ma senza mai attivare la webcam per non mostrare il suo aspetto fisico agli studenti. È assistito da Liz, infermiera e sua unica amica. Confinato sul divano e costretto a spostarsi attraverso l’ausilio di un deambulatore, Charlie verte in condizioni di salute molto precarie. Siccome sperimenta episodi di forte dolore al petto e pressione molto elevata, Liz insiste che vada a farsi visitare in ospedale in quanto l’insufficienza cardiaca congestizia potrebbe essergli fatale, ma Charlie rifiuta, poiché non possiede un’assicurazione sanitaria. Durante un attacco cardiaco, per puro caso interviene Thomas, un missionario della New Life, una setta religiosa che Charlie conosce bene, ma che odia profondamente.

Aronofsky è bravo a restare in bilico senza scivolare nel patetico e vi assicuriamo che le occasioni per il ruzzolone potevano essere tante, tuttavia il regista sta sul filo e anche le ultimissime scene sono più da film d’essai che non da film hollywoodiano.

In conclusione: una pellicola drammatica che merita di essere vista e rivista. Con un Fraser che ha indubbiamente meritato l’Oscar.

Review Overview

SCORE - 8

8

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