VINICIO CAPOSSELA Politeama Genovese, Genova, Italia - 20 novembre 2023
Vinicio Capossela è quel tipo di artista che può permettersi il lusso di tenere fuori dalla scaletta due cavalli di battaglia e arrivare comunque alla fine dello spettacolo infondendo nei presenti la sensazione di sazietà artistica. I pezzi in questione sono “Il ballo di San Vito” e “Ovunque proteggi”, non proprio due canzoni di poco conto nella carriera del cantautore, ma questo più che celebrativo è un tour di parole, perché se è vero che Capossela canta per più di due ore, è altrettanto vero che inframezza i suoi brani con piccoli monologhi legati alla attualità, alla resistenza, e a tutto un mondo di luce e ombre al quale da sempre l’artista è follemente legato, come se quella sua giostra di fanciullezza in realtà fosse un magnete dal quale è impossibile sfuggire.
Forse un Capossela persino diverso rispetto ai concerti passati e del passato, quando si concedeva un po’ meno alla platea. Questo Capossela invece ama il dialogo con il suo pubblico, ama scherzare e cercare una connessione empatica con chi sta davanti, seduto in platea. Anche questo non è un aspetto secondario, visto che spesso in passato, all’artista veniva rimproverato di essere un po’ troppo sulle sue, un po’ troppo preso dalla sua arte e basta.
In scaletta pezzi nuovi e vecchi come “Marajà” e “L’uomo vivo” che ha chiuso lo spettacolo con l’immancabile euforia generale. Per la verità, prima ancora del sipario c’è stato spazio per un ultimissimo brano, “Con i tasti che ci abbiamo”, chiuso con Capossela che come un novello San Sebastiano ha salutato il pubblico trafitto dai legni dei tasti di un pianoforte rotto.
Che dire, uno spettacolo in linea con le attese, e questo può essere un bene o male, ma su questo campo preferiamo tirare via la gamba, concentrandoci essenzialmente sulla qualità artistica dello show portato in scena: molto ben allestito sia nelle luci, sia nelle esecuzioni dei protagonisti.