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BIRTHH Born in the woods

BIRTHH born in the woods

A volte a certi artisti ci arrivi perché il passaparola si fa così forte che la voglia di approfondire diventa logica conseguenza. E’ il caso di Birthh.

E’ da mesi che si fa un gran parlare del suo “Born in the woods“. Buon marketing oppure vera sostanza? C’è vera sostanza. Alice Bisi ha dato alle stampe un album che ha basi solide: arrangiamenti raffinati e intelligenti, un gusto tutto europeo nel maneggiare l’elettronica, una discreta voce e belle melodie. Se fossimo in un negozio di dischi, metteremmo il suo debutto fra Camille, Björk e Florence and the Machine, ma nel compact non troverete richiami troppo evidenti ai nomi appena citati, diciamo che possono essere considerati come estremi o insiemi all’interno dei quali Alice si muove interpretando il proprio ruolo con autonomia.

Potremmo parlare per ore (e bene) di “Born in the woods”, perché è davvero un lavoro completo. Difetti? Per carità, ne ha, ad esempio la fruibilità pop dei brani non è stata sfruttata al massimo del potenziale, preferendo puntare sulle atmosfere più che sulla presa radiofonica di alcuni pezzi. Il risultato? Un disco che ha un’atmosfera generale scura, avvolgente, notturna, ma crediamo che il progetto di Birthh possa guardare anche oltre la scena indipendente. I pezzi migliori? C’è l’imbarazzo della scelta: “Wraith” non fa prigionieri, ma pure “Chlorine” è un ottimo biglietto da visita.

In conclusione: non si puoi restare indifferenti davanti a tanta bellezza.

Review Overview

QUALITA' - 80%

80%

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