RISCHIO Sogni d’oro
Che peccato che Rischio negli ultimi anni abbia continuamente rinviato il suo ritorno sulle scene con un disco di inediti. Peccato perché il suo stile è veramente particolare. Consoliamoci rispolverando “Sogni d’oro“, album del 2010 che anche a distanza di parecchio tempo resta un classico, un disco ispirato: dura 54 minuti e i momenti di flessione sono pochissimi, forse giusto una o due canzoni, tutto il resto merita di stare dov’è e nel redigere la scaletta è stato fatto un ottimo lavoro, visto che la successione dei pezzi sa destare il giusto interesse nell’ascoltatore.
Il rap di Rischio arriva qui fresco e potente, e la presenza di tanti ospiti (da Guè Pequeno a Ghemon, passando per Dargen D’Amico), non ne limita il potenziale, ma va semmai a esaltare un contenuto già di per sé estremamente valido. Un discorso a parte lo meritano le basi, un autentico valore aggiunto: mai banali, mai invadenti, sempre capaci di incuriosire mantenendosi discrete. Insomma, stilose ma con gusto.
Fra i pezzi che lasciano il segno già al primo ascolto, d’obbligo citare l’iniziale “Il Rischio”, “Ricorda sempre” e “Bolo-Casablanca”.