AlternativeAutoproduzioneCanzone d'autoreItalianoJazzRecensioniSperimentazioneTop Reviews 2020

UBBA BOND Mangiasabbia

ubba bond

Un po’ Massimo Volume in “Bob”, un po’ Vasco Rossi in “Girasoli olandesi”, un po’ De André in “Sale”, un po’ spiazzanti per quel nome – Ubba Bond – che in tempo di “Corona Bond” concessi e negati, suona come l’ennesima proposta da supercazzola della politica. E invece ecco che “Mangiasabbia” (pure questo un titolo spiazzante) arriva a confortare e a rigenerare. Perché questa autoproduzione così anarchica e indefinibile dal punto di vista stilistico risulta aria fresca nel panorama indipendente italiano e contribuisce a battere un colpo dove di colpi ad effetto – ahinoi – se ne vedono sempre meno fra trap, cantautori giovani nati vecchi e pop da macchietta.

“Mangiasabbia” è un album solido che si prende un sacco di rischi e che si misura con l’ascoltatore con la spensieratezza di chi ha qualcosa da dire – piaccia o non piaccia. Il risultato sono queste 12 tracce (troppe, noi avremmo tagliato qualcosa negli arrangiamenti), che prendono per mano l’utente e lo portano a vedere varie sfaccettature della nostra memoria storica musicale, in un perenne frenare e accelerare fra epoche diverse.

“Sale” è il pezzo migliore di un disco che è senza dubbio fra le cose migliori finora uscite in ambito indipendente italiano nel 2020.

Review Overview

QUALITA' - 74%

74%

Pulsante per tornare all'inizio