EVA BRAUN Dopo di noi il diluvio (Volume 1)
La copertina è davvero bruttina, e vi confessiamo che in principio ci eravamo fatti un po’ infinocchiare dall’estetica del compact. E invece – toh, che sorpresa – “Dopo di noi il diluvio (Volume 1)” è un album molto interessante. E’ un prodotto rock alternativo, ma rispetto alla maggioranza delle proposte che di solito circolano in Italia in questo affollatissimo ambito, qui ci sono idee. Idee di suono, idee sui testi, idee sulle linee melodiche, idee nella produzione e nell’arrangiamento del disco. Insomma, quello degli Eva Braun non è un lavoro amatoriale.
In scaletta 8 pezzi per 32 minuti di musica. Paolo Annesi canta alcune sue canzoni con la stessa intensità che ci mette Bono Vox quando canta “Sunday Bloody Sunday”. Ok, l’iperbole è azzardata, naturalmente Annesi non è Bono e gli Eva Braun non sono gli U2, però era per rendere l’idea. Ascoltando “Dopo di noi il diluvio (Volume 1)”, la mente corre a certe cose degli Afterhours o de Le luci della centrale elettrica, ma siamo a parlare di retrogusti, nulla di pericoloso. Non tutto l’album riesce a mantenere alta la tensione emotiva, però ci sono almeno 4 o 5 pezzi davvero buoni. In quest’ottica ci teniamo a citare “Conoscersi da sempre”, “Tanatosi”, “Dopo di noi”, “Il progetto Manhattan”. In conclusione: meritano di stare nella nostra Top 2016.