CAPPADONIA Orecchie da elefante
Siamo arrivati in colpevole ritardo a scoprire “Orecchie da elefante“, perché il disco di Cappadonia ha oggi quasi un anno di vita. E alla colpa aggiungiamo la recriminazione: pur avendo il promo in archivio, ci è sfuggito e non lo abbiamo votato alle Targhe Tenco del 2016. Facciamo pubblica ammenda e ci teniamo comunque a parlarvi di questo album bellissimo, che parla la lingua del rock con ampie aperture alla canzone d’autore e al pop. Difficile non innamorarsi dello stile di Ugo Cappadonia al primo ascolto, perché tutto sta al posto giusto: il cantato è sfrontato, i testi sono lucidissimi, le linee melodiche accattivanti e l’insieme è veramente forte. A volume alto il disco è un colpo al cuore, ti arriva dritto in faccia come un treno e ci sono due o tre canzoni che non fanno prigionieri: la title track, “Noi corriamo”, “Direzione opposta”. Insomma, un lavoro totale.
Due note a margine: per metter a fuoco il materiale, Cappadonia è stato aiutato da Pietro Alessandro Alosi de Il Pan del Diavolo nelle vesti di produttore artistico e musicista; nel brano “Lontano” c’è anche il sempre geniale Nicola Manzan.