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PJ HARVEY I Inside The Old Year Dying

pj harvey inside old year dying

Negli ultimi anni il percorso di PJ Harvey non è stato sempre lineare e facile da comprendere, come in preda (lei) a una sorta di repulsione verso la forma-canzone, gli esordi, e quella popolarità che si porta dietro il dispiacere delle etichette. Diciamo che “I Inside The Old Year Dying” è un album accessibile e capace di intrattenere: i tempi belli degli Anni Novanta sono andati (per lei e per tanti della sua generazione), ma questo disco ha un suo “perché” e seppur pomposo in alcuni passaggi, rappresenta un ponte tra passato e presente.

L’iniziale “Prayer At The Gate” è il brano che ci piace di più: è cantato meravigliosamente bene (in alcuni momenti l’approccio è quasi animale) e ha un vestito sonoro che rimanda immediatamente alla stagione del trip hop che tanta fortuna portò alla sfuggevole PJ. La prima parte del compact è molto buona, la seconda si avvita su se stessa lasciando l’ascoltatore in una sorta di terra di mezzo, tra frustrazione e comprensione. La mano del fidato John Parish si sente parecchio soprattutto negli arrangiamenti, ma è un tocco d’artista che non infastidisce.

Nel complesso “I Inside The Old Year Dying” è un lavoro discreto: non porterà nuovi fan ma non deluderà quelli vecchi. E non è poco…

Review Overview

QUALITA' - 69%

69%

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