MOORDER II Moorder II
Secondo capitolo per i Moorder II di Alessandro Lamborghini, che con questo album omonimo mettono assieme 12 pezzi attorno ai quali si potrebbero scrivere recensioni tutte diverse a seconda dell’angolo da illuminare. Vi evitiamo però colate di inchiostro che poi alla fine non dicono nulla e proviamo ad andare al sodo.
E’ un disco originale? No. Il suono è molto derivativo e spazia dal jazz al rock, attraversando il funk e persino l’improvvisazione. Nella seconda parte c’è qualche azzardo in più (“Moztri” e “Mini Spiders” sono due buoni esempi), ma la macchina dei Moorder II resta sempre dentro la carreggiata, al massimo accarezza il guardrail.
E’ un disco che sa intrattenere? Assolutamente sì. Proprio per i ragionamenti fatti sopra: il gruppo non osa troppo e questo consente ai suoni di restare rotondi, senza spigoli. Le 12 canzoni in scaletta si lasciano ascoltare tutte d’un fiato e il compact funziona sia a volume alto, sia come banalissimo sottofondo musicale. Noi però vi consigliamo un ascolto potente e rumoroso.
E’ ben suonato? Sì, anche se sugli arrangiamenti si poteva fare molto di più, provando a mischiare le carte personalizzando meglio alcune atmosfere cinematografiche. Oppure provando a spingere sino in fondo il pedale dell’improvvisazione sfruttando il trombone e la tuba oppure effettando maggiormente chitarra e basso. Alla fine si è rimasti in una terra di mezzo.
In conclusione: non ci sentiamo di bocciarlo del tutto (è sempre apprezzabile fare un album di musica strumentale in grado di intrattenere) però un po’ di coraggio in più avrebbe giovato parecchio.