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CALEB LANDRY JONES Hey Gary, Hey Dawn

caleb landry jones

Così come nella sua vita cinematografica riesce ad interpretare tante maschere, così nella sua vita musicale si ripete. Questo incipit per dire che nel suo nuovo album Caleb Landry Jones mette assieme così tanti generi e fascinazioni sonore da rimanere spiazzati soprattutto al primo ascolto. Perché dentro a “Hey Gary, Hey Dawn” c’è il grunge Anni 90, ci sono i Beatles, ci sono i Rolling Stones, c’è Bob Dylan e il rock degli Anni 70, e ci sono anche arrangiamenti ricercati che vanno a ripescare robe del passato. Insomma, è un album isterico, con tante linee melodiche spesso troncate sul più bello e non cavalcate fino in fondo, e con la voce di Caleb che ha quel pizzico di teatralità che la fa restare sospesa in una dimensione fra l’onirico e lo spettrale.

La scaletta è generosa di brani più che sufficienti dall’iniziale e nirvaniana “Hey Dawn”, passando per il singolo “Corn Mine”, per finire a “Spiders In The Trees” che a nostro avviso è la canzone meglio riuscita, soprattutto per l’ottima linea melodica.

“Hey Gary, Hey Dawn” è un album che riesce a dialogare piuttosto bene con l’ascoltatore già al primo contatto e che ha un fascino obliquo. Un esperimento ben riuscito lungo i bordi del rock.

Review Overview

QUALITA' - 71%

71%

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