THE BLACK ANIMALS Samurai
Rock Anni ’70 e rock alternativo Anni ’90. Il tutto declinato in italiano. Queste le coordinate di “Samurai“, esordio dei The Black Animals che – opinione del tutto personale – si sono scelti un nome veramente cazzuto. Davvero non ci aveva ancora pensato nessuno?
La band non risparmia sudore, il suono è ben confezionato anche se derivativo. Il gruppo prova a mischiare le carte in tavola con ripetuti cambi di ritmo e il risultato finale è gradevole: l’ascolto è piuttosto fluido, i 10 episodi in scaletta scorrono, non annoiano e fanno perno su delle chitarre molto espressive. Il punto debole sono i testi, che non contengono né messaggi memorabili né slogan (se fai rock e sai crearli, ci sai fare) né versi particolarmente incisivi. Insomma, liriche impalpabili, per non dire bruttine. Dovessimo pesare “Samurai” con il bilancino, finiremmo per promuovere il suono (con tutti i limiti già evidenziati poco sopra) e per bocciare i testi. Da migliorare anche le linee melodiche.