MODER Otto dicembre
Moder – alias di Lanfranco Vicari – è nato a Ravenna nel 1983. Dai primi Anni Novanta segue il rap italiano e da inizio 2000 si cimenta con l’arte dell’mcing. Lo spunto di partenza per la realizzazione di “Otto dicembre” arriva dalla data citata nel titolo, giorno di nascita di Moder nel 1983 ma anche della scomparsa di suo padre nel 1994.
“Otto dicembre” è un album bellissimo, è un viaggio nel dolore rielaborato e forse anche metabolizzato. Perdere un genitore da bambino è una botta tremenda, ma Moder dribbla il rischio di farsi compatire, prende il rap e lo piega alle sue esigenze, le rime non sono il lettino dello psicologo ma sono scatti di momenti che filtra con il presente. La fruibilità pop delle sue canzoni è discreta, le basi guardano alla vecchia scuola, il cd è stato realizzato con l’apporto del sound engineer Andrea Scardovi aka Duna.
In scaletta 15 pezzi per 48 minuti. La prima parte è esaltante: da “John Fante” sino alla title track sono tutti episodi che colpiscono il bersaglio grosso al primo colpo, anche se noi scegliamo “Tra i Denti” con la bravissima Lady Julss e “Stanne Fuori”, un brano che ti fa andare la mente a certe cose di Salmo. Il resto non è contorno, e nella seconda parte vi segnaliamo “Ti chiamo quando arrivo”.
Di solito critichiamo le durate che superano i 40 minuti, però in questo caso non c’è un brano che toglieremmo dal mazzo per dare più omogeneità al disco: tutto sta bene dove sta. In conclusione: fra le migliori cose uscite in ambito hip hop in Italia nel 2016. Complimenti.