NUOVONORMALE Due
La scrittura di “Due” è molto buona: c’è una bella proprietà di linguaggio nei testi, e ciò crea un interessante risultato – ad esempio – nell’iniziale “Cosa ne avrebbe detto Erik”, un pezzo che guarda alla canzone d’autore ma da posizioni fieramente rock.
Il limite del disco sono gli arrangiamenti: c’è tanto, forse troppo, e questo rende la scaletta – a volte – un esperimento non facile da seguire durante l’ascolto. Probabilmente giocare di sottrazione avrebbe dato all’album un profilo più definito. Anche perché la band spezzina dà l’impressione di essere maturata molto in questi anni e di essere alla ricerca del classico centro di gravità (musicale) permanente. Insomma, “Due” è un lavoro che segna un passo avanti, ma manca ancora qualcosa per far quadrare il cerchio.
Il brano migliore? Indubbiamente “Nel sotterraneo”, perché è il più completo: bella produzione, intelligente uso delle seconde voci, un taglio pop originale.