“Era” è il disco d’esordio dei romani Bosco. Un lavoro sospeso tra sintetizzatori e cantautorato, tra divagazioni pop e voglia di ben impressionare, il tutto immerso in una dimensione sognante. “Dieci brani – giusto per riprendere le note che accompagnano il compact – che hanno il suono dei fiorai ancora aperti, dell’aria che scorre fra i pini e sotto i ponti, delle scie degli aeroplani che congiungono le città distanti, della prima e dell’ultima corsa di un autobus, del sole in faccia la domenica mattina a fare colazione nel bosco”.
Cosa ci piace e cosa non ci piace di questo cd? Fra le cose positive senza dubbio le voci (maschile soprattutto, e femminile ogni tanto) che si intrecciano in diversi brani mettendo gli accenti su una produzione azzeccata. Poi ci piacciono le canzoni: quasi tutte hanno una personalità precisa, ma ci piacciono in particolar modo quelle che accettano il confronto con il pop a viso aperto, quindi l’iniziale “Il disertore (me ne andrò a Berlino)”, “La mia armata” e la bellissima “Il tempo”. Carini anche gli inserti di elettronica che vanno a puntellare una scaletta che sta in piedi da sola. Non è tutto oro quel che luccica, ovviamente. Ad esempio il confronto con l’orecchiabilità in alcuni momenti perde la sfida, come nel caso de “Il susseguirsi degli eventi”, canzone penalizzata da un ritornello davvero bruttino.
In conclusione: un buonissimo esordio. Ci sono ancora diverse cose da sistemare, ma l’impressione è che la band abbia già chiaro il percorso davanti a sé.