ClassicaItalianoRecensioniStrumentaleTop Reviews 2016

EZIO BOSSO The 12th Room

EZIO BOSSO the_12th_room

Questo album pochi giorni fa è stato certificato “disco d’oro” in Italia. I più cattivi potrebbero pensare che è tutto merito della vetrina (ben sfruttata) di Sanremo e di un percorso furbetto che va a ricalcare quello già ben battuto da Giovanni Allevi, ovvero musica strumentale per la massa e il largo consumo. Il primo concetto è innegabile, il Festival ha fatto da traino a Ezio Bosso. Il secondo concetto è una forzatura, perché in “The 12th Room” non ci sono passaggi ruffiani o spudorate aperture a melodie buone per i caroselli pubblicitari.

“The 12th Room” è un concept album composto da due compact: un primo disco con quattro brani inediti e sette di repertorio pianistico, ognuno dei quali vuole rappresentare metaforicamente le fasi che attraversiamo nella vita, e un secondo disco contenente la “Sonata No. 1 in G Minor” che simboleggia la dodicesima stanza.

“The 12th Room” è davvero un bel lavoro. Lo si può ascoltare distrattamente oppure prestando a esso l’attenzione migliore, in entrambi i casi avrai sempre il solito risultato: il piano di Bosso non lascia indifferenti, ti viene a cercare, ti stana dal tuo mondo per portarti in una dimensione epica, drammatica, leggera, solare e cupa al tempo stesso. A tratti hai la sensazione di ascoltare qualcosa di davvero “figo” (per mutuare un termine giovanilistico) mentre in altri passaggi è come se il bombardamento di note non avesse mai fine e tu stai lì a farti frullare la testa dai punti esclamativi. Due le tracce migliori del primo cd: “The Tea Room” (eccezionale l’arrangiamento) e “Sweet and Bitter”.

Review Overview

QUALITA' - 77%

77%

Pulsante per tornare all'inizio