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HIBOU MOYEN Fin dove non si tocca

hibou moyen fin dove non si tocca

Fin dove non si tocca” si apre con “Il Naufragio del Nautilus”, un pezzo bellissimo, perfetto mix di canzone d’autore, interpretazione e contenuti. La prima cosa che abbia pensato, ascoltando la canzone, è stata: “Cavolo, c’è un’atmosfera alla Umberto Maria Giardini”. Poi siamo andati a leggerci i crediti e voilà, per il suo secondo album, Giacomo Radi (aka Hibou Moyen) si è affidato alla produzione proprio di Umberto Maria Giardini.

Detto che “Il Naufragio del Nautilus” è un pezzo della Madonna, il resto del disco sa destare interesse e si muove a cavallo tra canzone d’autore e folk, ma quello di Radi non è il classico repertorio cantautorale “all’italiana”, ovvero rimandi su rimandi ai Mostri Sacri del genere, ma “Fin dove non si tocca” prova ad andare oltre. E in questo senso la mano di Giardini (uno che nel corso della sua carriera si è preso numerosi rischi) si sente parecchio.

In scaletta 10 brani per 34 minuti di musica. Hibou Moyen ci piace un sacco quando infarcisce il suo stile di una spiazzante epicità, un dolore drammatico che trova soddisfazione – ad esempio – in brani come “Muro e Lichene” e “Canzone di Balene”. Ci piace meno quando si fa più… morbido, quando la sua musica rassicura e accoglie. Quando, cioè, si fa solare. Ci sembra che i toni scuri gli calzino meglio.

In conclusione: un lavoro maturo, con delle belle canzoni e una struttura solida. Questa è canzone d’autore che ha qualcosa da dire.

Review Overview

QUALITA' - 69%

69%

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