LIMBRUNIRE La spensieratezza
Un cantato che ricorda vagamente Battisti, un’elettronica vintage e dei testi che anticipano dei ritornelli semplici e di sostanza.
“La spensieratezza” è il titolo del debutto de Limbrunire, al secolo Francesco Petacco. Il disco si colloca in una coordinata dove cantautorato, elettronica e pop sono elementi imprescindibili. In scaletta 11 brani per poco più di mezz’ora di buonissima musica senza fronzoli. Il feeling con l’ascoltatore è immediato, nel senso che l’album ha il grosso pregio di destare subito interesse e di risultare di facilissima fruibilità, anche grazie ad arrangiamenti intelligenti che guardano agli Anni Ottanta.
“La spensieratezza” non è un disco che celebra il passato, celebra semmai il pop italiano nella sua forma migliore. Non esagera nel dosare gli ingredienti, e alla fine il rapido riascolto è la miglior prova che l’esame è stato superato brillantemente. Il pezzo migliore? “Ho-oponopono” ha un potenziale da classifica commerciale. Ma occhio anche a “Ci divertiremo”.