PINO MARINO Capolavoro
O corri o sei spacciato. O urli oppure non ti caga nessuno. Pino Marino per il suo ritorno dopo un lunghissimo silenzio sceglie una strada ostinatamente contraria alle regole del marketing attuale: il suo “Capolavoro“, infatti, è un disco scritto in punta di penna, cantato con voce leggera e con diversi ospiti a puntellare al meglio i bordi. Quindi spazio a Roberto Angelini, Andrea Pesce, Lorenzo Corti e tanti altri.
Pino Marino sceglie di non correre e di non urlare, ma di mettere in fila 11 canzoni che tendono la mano all’ascoltatore e che hanno persino dei guizzi pop, come nel caso della bella “L’amore non ricorda”. Insomma, un compact che ha contenuti e che permette all’utente di staccare la spina, di rilassarsi, di farsi consolare e cullare. “Capolavoro” non vuole impressionare l’ascoltatore, non dispone di effetti speciali (anche se gli arrangiamenti, in alcuni episodi, sono generosi di idee carine). Si arriva alla fine del cd – dopo 38 minuti di musica – pienamente convinti di non aver sprecato tempo. I pezzi migliori? “Resilienza” e “L’amore non ricorda”.