VALENTE Il blu di ieri
E’ un buon disco “Il blu di ieri“.
Valente attinge a piene mani da una stagione – quella degli Anni Ottanta – che ancora oggi continua a trasmettere semi vitali, ma il suo lavoro non sa di vecchio, perché nell’arrangiamento dei brani si è scelta una strada coraggiosa. Ecco quindi che la scaletta è invasa da un rock che si piega qua e là ai voleri della new wave, del pop, dell’elettronica, della canzone d’autore moderna e anche del jazz, complice un sassofono perfetto che entra nei momenti giusti arricchendo i brani.
“Il blu di ieri” è un buon disco perché oltre alla parte musicale ruota attorno a una scrittura matura – non sempre a fuoco con le intenzioni di partenza, ma comunque valida e ben oltre la sufficienza.
In scaletta anche la presenza di Xabier Iriondo e la cover di “All Cats Are Grey” dei Cure. I brani migliori? L’iniziale “Sogni di te” e la title track sono un ottimo biglietto da visita, ma “Notti senza sogni” ha oggettivamente una marcia in più – sarebbe un delitto non farne un singolo.
In conclusione: un album che si fa ascoltare e apprezzare già al primissimo contatto. Un esperimento intelligente attorno alle coordinate del pop.