ZEDR Futuro Nostalgico
Ondeggia, “Futuro Nostalgico“. E gli devi stare dietro con un minimo di attenzione, soprattutto per capire se c’è dell’originalità lungo la scaletta. Alla fine la nostra idea è che il disco di Zedr abbia varie suggestioni carine ma la produzione non riesce a tirare fuori il meglio. Sicuramente a penalizzare l’album ci sono gli arrangiamenti, che non danno guizzi, sorprese, imprevedibilità alle canzoni. Per carità, puntare sulla semplicità ci trova quasi sempre ben disposti, ma qui la già citata “semplicità” scivola spesso lungo la direttrice della “banalità” e a farne le spese sono i ritornelli, che viaggiano a marce ridotte.
In scaletta 7 pezzi per circa 25 minuti di musica pop cantautorale. Zedr scrive bene, ha proprietà di linguaggio, e propone all’ascoltatore un immaginario di provincia che risulta autentico. Brani come “Polvere”, “Quello che non luccica” e soprattutto “Nictofobia” (l’episodio migliore del cd) danno un bel profilo lirico al compact; il resto non è malaccio, ma la parte musicale non aiuta a correggere le imperfezioni. Insomma, materiale buono ma maneggiato male.