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ANIMATION Machine Language

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“Può una macchina avere un’immaginazione?”. Questa è la domanda a cui gli Animation del sassofonista e compositore Bob Belden cercano risposta, avvalendosi di sonorità noise, jazz ed ambient per sostenere la voce narrante di Kurt Elling. Rendendo così l’opera una vera e propria analisi filosofica cyberpunk, che alla fine porterà musicista e ascoltatore ad una non risposta.

“Le macchine, create dalla mente umana, eventualmente la superano, rendendola obsoleta, ridondante. Esse stesse però si trovano ad affrontare la necessità dell’immaginazione, la ricreazione del sogno del bambino. Il superamento è alla fine quindi solo apparente, il problema irrisolto. Unica costante è quindi il potere universale dell’immaginazione, che trascende le distinzioni”.

Il disco inizia con una “Child’s Dream” in cui la tromba di Peter Clagett ed il sassofono vengono manipolati dal tastierista Roberto Verastegui, in una traccia ambient based, concludendosi con l’apertura alla title track, rivoluzionando fin da subito il piano sonoro con un’impronta tendenzialmente jazz e spasmodiche ritmiche drum’n’bass regalateci dal batterista Matt Young in coppia al bassista Bill Laswell.

L’opera, nel corso di tutta la durata dei dodici brani, mantiene il giusto bilanciamento con un intreccio sonoro quasi perfetto tra voce narrante, accompagnamenti, soli, rumori, manipolazioni, riempitivi, sinonimo di musicisti con eccellenti doti nonostante il divario di età, raggiungendo totalmente lo scopo prefissato, l’unica nota negativa (seppur minimale) è un’impostazione singhiozzante, cioè il compact stacca un po’ troppo fra un brano e l’altro, con tagli e pause a suddividere i vari capitoli. Questione di gusti, ovvio.

Mattia Niero

Review Overview

QUALITA' - 79%

79%

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