IL FIENO I vivi
Partiamo dalle cose positive: i testi di “I vivi” sono molto interessanti ed è apprezzabile la voglia dei Il Fieno di andare oltre certi luoghi comuni o banalità. L’intento è quello di descrivere una quotidianità che sbatte contro le sconfitte, le emozioni, i sogni, i fallimenti di una generazione, quella dei trentenni di oggi.
Quello che però non ci convince del loro debut album è la parte musicale, che non ha ancora un’identità precisa e sembra concentrarsi troppo sull’estetica, troppo sul suono, invece che privilegiare la sostanza. Da qui una sorta di cortocircuito emozionale: da un lato i testi che hanno senza dubbio profondità, dal lato opposto un rock-pop cantautorale moderno ma troppo derivativo, che non consente di inquadrare bene la band.
Fra le cose positive, anche il cantato pulito di Gabriele Bosetti. Il brano migliore? L’iniziale “Poveri stronzi”. Ma anche “Hiroshima” ha fascino.