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LEVANTE Abbi cura di te

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Abbi cura di te” contiene un universo davvero ampio. Perché Levante ha una duttilità vocale interessantissima, una virtù che in alcuni passaggi la porta ad assomigliare alle belle voci degli Anni Settanta e Ottanta, mentre in altri la ricolloca celermente fra colleghe contemporanee come Maria Antonietta. Insomma, ha diverse carte da giocarsi in prospettiva. Con questo nuovo album preferisce mantenersi aperta tutte le strade, quindi con alcuni brani tende la mano a un pubblico più vicino alla scena indipendente, mentre con altri brani sembra strizzare l’occhio a una platea più nazional-popolare. Di sicuro, Levante non è un bluff. Nel senso: di lei è da mesi che se ne parla con una certa insistenza, ma dietro al marketing c’è sostanza, la ragazza catanese ci sa fare, non ha imboccato ancora una strada precisa, ma ci sa fare, ha dei numeri importanti. Le manca l’ultimo salto – perché questo sembra più un lavoro di passaggio piuttosto che un disco definitivo, sembra più la somma di tante piccole istantanee e di tanti piccoli particolari piuttosto che una bella panoramica d’insieme.

Non tutti i brani di “Abbi cura di te” sono ispirati, però la proporzione tra “canzoni che si fanno riascoltare” e “canzoni da saltare dopo un paio di ascolti”, pende tranquillamente in favore del primo gruppo. Ci sono un paio di potenziali singoli, ma in generale è la scrittura semplice ed elegante di Levante a ben impressionare fin dall’inizio. L’album dura il giusto (12 pezzi per 43 minuti di musica) e parla di amore ma senza spargere troppo miele. I pezzi migliori? L’iniziale “Le lacrime non macchiano”, la title track (il ritornello ha una melodia perfetta) e “Tutti i santi giorni”. In conclusione: convincente, a tratti persino esaltante.

Review Overview

QUALITA' - 66%

66%

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