MADAME Madame
A Sanremo 2021 si è presentata con un pezzo-bomba: perfetto in ambito indipendente e capace di andare in classifica. Ma ascoltando il primo album di Madame, ci si rende conto che “Voce” è l’eccezione, non certo la regola. Non ci sono altri brani su questa falsariga (parliamo a livello puramente stilistico) e la scaletta è troppo condizionata da un numero esagerato di ospiti (in pratica uno per ogni canzone, o quasi…) che annacquano le qualità della giovanissima autrice. Non si capisce ancora bene dove voglia andare Madame, cosa voglia fare e soprattutto cosa voglia trasmettere. E’ tutto slegato – scorrendo la scaletta – e anche la freschezza dei testi a volta diventa noiosa retorica giovanilistica farcita da parolacce che sembrano strizzare l’occhio a coetanei spaesati. Insomma, ci aspettavamo qualcosa di più.
Cosa funziona? Andiamo con il bisturi. I primi tre pezzi (“Istinto”, “Voce” e “Il mio amico”, con Fabri Fibra) sono una partenza coi fiocchi. La parte centrale del compact è così noiosa che dopo un paio di ascolti diventa d’obbligo saltare, mentre l’ultima parte è di discreto valore con “Baby”, “Tutti muoiono” (con Blanco) e “Vergogna” che rialzano il morale dell’ascoltatore.
In conclusione, né carne né pesce, né rap né pop. Al momento manca uno stile e non basta il cantato particolare di Madame per alzare l’asticella.