CLUB DOGO Non siamo più quelli di Mi Fist
C’è tanto Don Joe in questo nuovo lavoro dei Club Dogo. Probabilmente verrà ricordato come il disco del sorpasso: il produttore a segnare la strada e i due rapper ad arrancare dietro. Le basi di “Non siamo più quelli di Mi Fist” (Universal) sono tanta roba e riescono a… incerottare ciò che funziona poco e anche quello che non funziona per nulla.
Il titolo del compact fotografa benissimo lo status attuale dei tre titolari della ditta: Gué e Jake col tempo hanno perso parecchi colpi, mentre Don Joe ha completato la parabola dimostrando, oggi, di avere pieno possesso della materia che tratta. Ogni brano di “Non siamo più quelli di Mi Fist” è una sorpresa dal punto di vista sonoro: il producer, infatti, ha messo una chicca dentro ogni pezzo, stratificando le idee e lavorando di fino. E così anche un episodio mollo come “Quando tornerò” (forse più per colpa del pessimo contributo di Entics), si ritaglia il suo spazio grazie a una produzione più che valida.
Nella realizzazione del nuovo album, molto del lavoro è stato fatto a Los Angeles, con l’aiuto di Demacio “Demo” Castellon che ha mixato l’album prodotto da Don Joe. Nel cd compaiono – oltre al già citato Entics – anche Cris Cab, Arisa e Lele Spedicato dei Negramaro, che portano qualcosa di interessante. Carina l’idea di campionare “Overdose (D’Amore)” di Zucchero in “Sai Zio”, uno dei pezzi migliori di un disco che, Gué e Jake, infarciscono a più non posso di rime piatte che talvolta sono riciclo del riciclo del riciclo. Detto che Gué Pequeno è da parecchio tempo che ha perso la capacità di creare due testi di fila decenti, sorprende l’involuzione di Jake, che non è mai stato una penna finissima, ma ha sempre superato l’asticella con l’inventiva.
In conclusione: un disco riuscito a metà. Tenuto in piedi dalle basi di Don Joe. Il pezzo migliore? L’iniziale “Sayonara”, ma musicalmente tutto il cd è estremamente interessante.