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STILL CORNERS Slow Air

still corners slow air

A volte non bisogna farsi prendere dal bisogno di “novità a tutti i costi”. Lo diciamo perché noi siamo i primi a battere questo tasto quando ascoltiamo qualcosa di appena uscito. A volte bisogna anche mettersi comodi sul divano e seguire il flusso della musica. Seguendo questa linea, “Slow Air” vi sembrerà un disco perfetto. Perché è vero, il dream pop proposto non è di primissima mano, però è fatto onorando nel migliore dei modi il genere, quindi atmosfere immaginifiche, una voce, quella di Tessa Murray, che riempie quei pochi vuoti che ci sono, e poi un lavoro attento sugli arrangiamenti con le chitarre di Greg Hughes che danno sostanza e sostegno all’album.

Il compact è stato scritto e registrato nella campagna di Austin, Texas, seguendo il classico ed etereo stile della band. Chitarre acustiche ed elettriche, l’inconfondibile voce di Tessa Murray, synth minimali e buon gusto nelle percussioni. Il titolo deriva dall’afoso caldo texano che causa pigrizia ed inerzia. Fonte d’ispirazione primaria di “Slow Air” è stato il cambio di residenza di Tessa a Greg dall’Inghilterra agli USA e i lunghi viaggi in terra americana dai deserti di Texas e Arizona, fino alle spiagge californiane e alle regioni montuose del nord-est.

Il brano migliore è “Black Lagoon”, che presenta anche uno sfacciato omaggio all’immortale “Smalltown Boy”. Ma in generale è tutto il disco a posizionarsi su livelli più che sufficienti.

In conclusione: un album che ha il merito di entrare in facilissima sintonia con l’ascoltatore. Qualità musicale che stuzzica la parte emotiva del pubblico.

Review Overview

QUALITA' - 70%

70%

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