UMBERTO SMAILA «Dopo "Colpo Grosso" qualcuno mi bollò come un personaggio poco raccomandabile...»
Per anni è stato l’uomo più invidiato d’Italia. Lui, beato tra bellezze mozzafiato. Conduttore di un programma che ha fatto storia e che ha acceso le fantasie di milioni e milioni di italiani. Insomma, dici Umberto Smaila ed è normale che venga subito alla mente il mitico “Colpo Grosso”, programma che per quindici anni è stato oggetto di uno zapping sfrenato in seconda serata. Ma la carriera dell’artista veronese è stata costellata da tantissimi successi, forse sempre un po’ oscurati dal programma che gli ha dato sì successo ma anche qualche problema: «Nel bene e nel male – spiega Smaila – “Colpo Grosso” ha contrassegnato la mia carriera dandomi tantissima popolarità ma anche penalizzandomi».
In che senso?
«Dopo quella esperienza, qualcuno mi bollò come un personaggio poco raccomandabile e questo non mi aiutò di certo».
Lei invece come ha vissuto quel periodo?
«Io ho condotto “Colpo Grosso” dal 1987 al 1991, poi è andato in onda per più di 15 anni in replica e ad un certo punto non ho desiderato altro che scomparisse definitivamente dall’etere. Per le repliche non ho mai preso una lira. Inoltre mi sono sentito come un moderno Dorian Gray imprigionato nel televisore: sono rimasto giovane in tv per 15 anni».
“Colpo Grosso” e l’erotismo, un binomio che ha fatto epoca…
«Mi permetta una precisazione: “Colpo Grosso” non era un programma erotico, anzi, le dirò di più, la componente “erotica” era molto fiacca se paragonata ad esempio ai film di Tinto Brass. Era essenzialmente un varietà. In tv potevi scegliere: guardare il “Maurizio Costanzo Show” oppure spegnere per un po’ il cervello e guardare “Colpo Grosso” con le sue belle ragazze. A tutto ciò, io aggiungevo un pizzico di ironia e qualche canzone, però per piacere, ricordiamolo come un varietà, non come un programma erotico».
E’ vero che ricevette persino i complimenti da un frate?
«Ero impegnato in una partita di pallone contro dei frati. Apro una parentesi al volo: ma quanto cavolo corrono i frati? Sono incredibili, vanno avanti e indietro come dei matti. Chiusa parentesi. Durante la partita, a un certo punto, un Padre Priore mi disse: “Hanno cambiato la conduzione di “Colpo Grosso” ma sa cosa le dico? Era molto meglio quando lo conduceva lei”. Io naturalmente sorrisi e non indagai. Credo che in qualche misura, quel Padre Priore, benedì il mio lavoro».
Coi “Gatti” si è mosso in un’epoca in cui la comicità in Italia era contrassegnata da un genovese illustre: Beppe Grillo. Si sarebbe mai immaginato che sarebbe diventato il leader di un movimento politico di successo?
«No, mi ha sorpreso. Noi e Beppe siamo nati nello stesso periodo, abbiamo persino condiviso camere d’albergo durante i tour, però non ci siamo mai frequentati tantissimo perché lui è sempre stato un cane sciolto. Tuttavia gli va riconosciuto il merito di non aver mai avuto paura di prendere posizioni forti».
Ora in Parlamento i “grillini” hanno trovato un altro suo grande amico, Silvio Berlusconi.
«Berlusconi è mio amico e mi ha dato la possibilità, in carriera, di fare tante cose. Fummo i primi, noi “Gatti”, a lavorare sulle sue reti. Ricordo un programma della domenica in cui c’era anche Marco Columbro a dare la voce al mitico pupazzo Five. Poi negli anni l’amicizia con Berlusconi si è consolidata: io sono un accanito tifoso milanista, lui ha la passione per il canto, insomma, l’amicizia è cresciuta in maniera del tutto naturale».
Invece il rapporto coi suoi ex compagni di viaggio, ovvero I Gatti di Vicolo Miracoli, qual è oggi?
«Ottimo. Quando capita di incontrarci, non mancano mai i baci e gli abbracci».
Lei è famoso per essere uno stacanovista. Cosa fa nel tempo libero?
«Non ne ho molto perché sono sempre in viaggio, però quando posso mi piace andare in palestra. O meglio: mi piace la sensazione che provo quando ho finito l’allenamento».
Cioè?
«Quando mi preparo per andare in palestra, darei 100 euro per mandarci qualcun altro al posto mio, però dopo la doccia sono contento, mi fa bene. Mi piace anche il nuoto. Inoltre sono un appassionato di film».