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GIONNYSCANDAL «Il rapporto coi fans? Mi vedo più in veste di "fratello maggiore"»

«Ormai di 100% rap c’è ben poco a parte i vecchi pilastri». I numeri sul web di GionnyScandal fanno impressione. Realmente impressione. E lo collocano nella stretta cerchia dei rapper che hanno un indiscutibile seguito. Ma Gionata Ruggieri (questo il suo vero nome) sembra avere le idee chiare anche sul confine che esiste tra l’essere un punto di riferimento ed educare, fra l’artista e la persona.

Partiamo dalla popolarità. Hai paura che tutto questo finisca? 

«In realtà più che paura ho la consapevolezza che niente è per sempre, ma nello stesso tempo credo che la musica non finirà mai, e se fai bella musica automaticamente “vive di più” anche l’artista che la fa, non ci sono segreti».

L’ego come vive questa ondata continua di attenzioni?

«Per quanto riguarda l’ego va da persona a persona, a me personalmente sapere di avere tanti numeri rende solo tanto felice».

Nel 2012 pubblicasti un post polemico su Sanremo, bollando il Festival come “Mafia musicale”. E’ cambiata la tua opinione sulla kermesse e che idea hai di Clementino, Neffa e Rocco Hunt che quest’anno parteciperanno a Sanremo?

«Citai Sanremo di quell’anno per alcuni concorrenti che a mio parere non c’entravano nulla: dovrebbe essere un festival musicale non un cabaret. Per quanto riguarda i tre artisti che hai citato li stimo molto».

Sulla tua infanzia si è speculato molto, volevo però chiederti questo: in una situazione complessa e difficile come quella che hai vissuto, come hai coltivato i tuoi talenti? 

«Penso che anche se non avessi avuto la mia infanzia ci avrei provato lo stesso, sicuramente ciò che è successo è stata una motivazione in più e mi ha fatto maturare anche artisticamente».

Leggendo i tuoi post su Facebook si nota come ondeggi tra momenti spensierati e momenti tristi. Cos’è la felicità per te e in che modo pensi si ottenga/raggiunga?

«Credo sia l’elemento fondamentale per la buona riuscita di ogni cosa, tra cui il mio lavoro. Purtroppo a volte ce la facciamo mancare per colpa degli altri – dovremmo imparare a non far dipendere la felicità da terzi, ma solo da noi stessi».

Ti responsabilizzano le attenzioni che ti rivolgono i fans oppure dopo tutto è solo musica e non è tuo dovere essere per loro un modello o un punto di riferimento?

«Sicuramente io non sono i loro genitori, io faccio musica e non è compito mio dover educare i figli degli altri. Più che altro mi vedo più in veste di “fratello maggiore”, quello sì».

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