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GIUSEPPE FIORI Spazi di vita scomodi

giuseppe fiori spazi vita scomodi

Spazi di vita scomodi” è l’esordio di Giuseppe Fiori. In cabina di regia c’è LeLe Battista, uno che in Italia sa maneggiare il pop come pochi. C’è anche Andy dei Bluvertigo (con il suo sax) in un brano. Cos’altro c’è? C’è un’elettronica discreta, che sa stare al suo posto e che arriva sempre un passo dopo la ricerca cantautorale. Insomma, un perfetto mix tra modernità e tradizione.

L’album ha una prima e un’ultima parte molto convincenti, nel mezzo un filotto di brani che forse potevano essere valorizzati meglio dal punto di vista melodico, magari spingendo a tavoletta sugli arrangiamenti. Le classiche ciambelle senza buco. Altra cosa: è un compact che sa corteggiare l’ascoltatore ma non è immediato, infatti ci vogliono tre o quattro contatti per trovare il giusto feeling. Qua e là ci sono delle cose curiose, come la chitarra che in “Fuori di qui” va ad omaggiare “Personal Jesus” dei Depeche Mode, per poi esplodere in un pop radiofonico di chiaro stampo britannico, una roba che ricorda certe cose di Paolo Benvegnù, giusto per restare in casa nostra.

“Oggi mi sono svegliato male” è un singolone perfetto, ma occhio anche al tris finale composto da “Noi”, “Nonostante tutto” e “Significati e Significanti”. Un giudizio sintetico? Pop da classifica ma senza vendere l’anima.

Review Overview

QUALITA' - 68%

68%

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